Zagarise

Inizia insieme a noi un viaggio a Zagarise, la magia di un posto dal fascino variegato dove la parola chiave è “semplicità”, un borgo dalla vocazione agricola inserito nel circuito delle Città dell’Olio.

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Visitare la Calabria significa anche imparare a comprendere che la bellezza è molto spesso racchiusa nella semplicità e nell’armonia tra la natura e ciò che l’uomo ha saputo realizzare nel suo rispetto. Il fascino di questa terra consiste a volte nella scoperta dei suoi luoghi più nascosti che custodiscono, spesso inconsapevolmente, tesori di valore inestimabile.

Zagarise è un antico borgo situato nei pressi dell’altopiano silano, a 581 metri sul livello del mare. Una delle numerose perle nascoste del versante ionico, testimone di una storia millenaria e di una civiltà che ha sempre trovato nella terra e nei suoi doni la sua principale fonte di sostentamento. Predominante è la cultura dell’olio d’oliva, caratterizzata da un’elevata produttività e dalla grande eccellenza del prodotto, che è valsa la sua certificazione e l’inserimento di Zagarise nel circuito delle Città dell’Olio.

Lo scrittore seicentesco Gabriele Barrio, sosteneva che il suo nome significasse “cosa utile”, proprio in riferimento alle ricchezze che il territorio produceva, non solo in termini di agricoltura, ma anche riguardo a risorse di altro tipo come il marmo. Inoltre, occorre sottolineare che una recente ricerca ha potuto rilevare che l’aria di Zagarise è la più pulita d’Europa, addirittura più pura di quella del Polo Nord. Per quanto riguarda le origini storiche, la sua fondazione si può collocare intorno all’anno 1000 ad opera dei normanni di Roberto il Guiscardo. A partire dal XII secolo fu feudo del normanno Ugo Falloch e di Nicolò Ruffo. Per un lungo periodo, fino al 1669, Zagarise fu casale della Contea di Belcastro e poi venne infeudato ai Perrone, ai Le Piane e ai De Dominicis. Il suggestivo centro storico di Zagarise si presenta suddiviso in due nuclei: il primo si sviluppa intorno alla Torre Normanna e alla Chiesa del Rosario e il secondo intorno alla Chiesa Madre. Vicoli coperti da archi in pietra e stradine lastricate attraversano i centri abitati e li collegano tra di loro fino a creare un nucleo unico che apre ad una splendida vista mare.

La massiccia torre cilindrica di epoca normanna risale ad un periodo compreso tra il XIII e il XIV secolo e di recente è entrata a far parte del “Circuito Regionale dei Castelli Calabresi”. Essa, insieme agli altri baluardi di difesa costruiti in tutta la Calabria, è testimonianza della strategia militare attuata dai normanni per difendersi dai popoli invasori. Si ipotizza che la torre dovesse essere una vedetta, un posto avanzato di un castello. La Chiesa del Rosario risale al 1400 e in passato era nota come chiesa di San Domenico, in quanto santuario dei Padri Domenicani. All’esterno è adornata da un suggestivo portale in tufo, mentre all’interno, la sua unica navata è decorata con capitelli corinzi su colonne lisce e conserva un altare del 1600.

Molto antica è anche la Chiesa di Santa Maria Assunta, datata al 1425, ma con la possibilità che risalga anche ad epoca anteriore. Nel tempo essa ha subito vari rimaneggiamenti, ma conserva ancora la splendida facciata romanico-gotica con portale in tufo grigio della Sila. All’interno segnaliamo l’ altare maggiore del XVIII secolo, lavorato con marmi ad intarsi colorati. Numerosi furono i monasteri costruiti nel territorio della cittadina silana, tra di essi ricordiamo quello di S. Maria Dell´Acquaviva o Monacaria, affidato a Gioacchino da Fiore nel 1196, il Monastero Florense di S. Angiolo di Frigillo del XIII secolo e i Monasteri Basiliani di S. Maria Della Sana, di S. Giorgio presso Barbaro del XIV secolo e infine quello dei “Tre fanciulli”.

Non sono soltanto i segni della sua storia millenaria a conferire a Zagarise il suo fascino, perché anche la natura si è data molto da fare in questo senso. Nel territorio circostante, infatti, si aprono scenari da favola tutti da esplorare. Tra questi segnaliamo il Canyon Timpe Rosse, un percorso tra rocce di arenaria rossa, la cui colorazione è dovuta al terreno ricco di ferro. A rendere questo Canyon ancora più suggestivo, contribuiscono anche le sue rocce, le cui pareti assumono forme geometriche policrome. Timpe Rosse è attraversato dal fiume Uria e caratterizzato dal fatto che il capovaccaio, esemplare della famiglia degli avvoltoi, sceglie proprio quest’area naturalistica per nidificare.

Nel territorio di Zagarise si trovano anche le Cascate del Campanaro, formate da rocce su cui l’acqua scorre tra felci e liane in un’area ricca di diverse specie di piante, tra cui salici e alberi della manna. Anche il Monte Gariglione si trova in questa zona e dalla sua cima si può ammirare un panorama che abbraccia il mar Tirreno e lo Ionio. Le sue pareti, poi, si prestano a escursioni di trekking e sci di fondo e grazie alla presenza di un’area faunistica del demanio forestale, si possono ammirare i cinghiali tipici della zona.

Ai piedi del Monte Gariglione, in località Tirivolo, sorge il parco eco-esperenziale Orme nel Parco, che si estende all’interno di un bosco di faggi in un’area di tre ettari. Nato come Parco avventura, esso offre dei percorsi acrobatici sospesi tra gli alberi e numerose altre attività tra cui escursioni all´interno del Parco Nazionale della Sila, a piedi, in mountain bike e con altre attrezzature da trekking e poi aree pic-nic attrezzate.

La cultura di questo magico luogo viene raccontata anche mediante le sue strutture museali: il Museo dell'Olio di oliva e della Civiltà contadina è un eco-museo creato per la valorizzare il legame tra patrimonio storico-culturale, ecologico-ambientale ed eno-gastronomico. Esso è ospitato in un vecchio frantoio restaurato in muratura tipica della zona ed è situato nella parte centrale del paese. Il Museo d’arte sacra “Silvestro Frangipane” è una piccola struttura ospitata all’interno della parrocchia di La cascataLLa vocazion e in un’unica sala raccoglie 36 opere di un periodo compreso tra il XVII e il XIX secolo tra cui i ritratti di don Pancrazio Gallelli (1838) e di Padre Giovanni Battista Talarico di Scigliano (XIX secolo).

di Angela Rubino | 09 dicembre 2016

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