Catanzaro

Scopri insieme a noi la storia millenaria di Catanzaro, capoluogo calabro, raccontata silenziosamente dal suo tessuto urbano, dai monumenti, dalle chiese, dai musei; tutti custodi delle tracce di eventi che segnarono profondamente la città, i suoi costumi, le sue tradizioni e persino i tratti del linguaggio popolare.

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Una storia millenaria, quella del capoluogo calabro, raccontata silenziosamente dal suo tessuto urbano, dai monumenti, dalle chiese, dai musei; tutti custodi delle tracce di eventi che segnarono profondamente la città, i suoi costumi, le sue tradizioni e persino i tratti del linguaggio popolare.

Catanzaro, detta anche “città dei tre colli”, sorge su tre colline rappresentate anche nello stemma civico: il colle di San Trifone (oggi San Rocco), il colle del Vescovato (oggi Piazza Duomo) e il colle del Castello (oggi San Giovanni). La sua ubicazione geografica è caratterizzata anche dal fatto che è situata nell’istmo più stretto d’Italia, ovvero quella striscia di terra di soli 30km che separa il mar Ionio dal Tirreno. Questo le conferisce anche l’appellativo di “città dei due mari” e infatti nelle giornate particolarmente limpide, dai quartieri più a nord, è possibile vedere contemporaneamente i due mari e anche le isole Eolie.

Anche la ventosità deriva dalla posizione geografica e divenne parte di un simbolo che contraddistingueva i pregiati tessuti di seta catanzarese venduti in tutta Europa: "V V V" era la sigla con cui venivano identificati, sui mercati nazionali ed esteri i velluti, i damaschi e i broccati provenienti da Catanzaro. Un simbolo che indicava tre tratti distintivi della città:

  • "V" come Vitaliano, il Santo Patrono;
  • "V" come Vento, in quanto continuamente battuta da forti correnti d’aria provenienti dal mar Ionio e dalla Sila;
  • "V" come Velluti, in riferimento al fatto che fu un rinomato centro serico fin dai tempi della dominazione bizantina.

Alcune fonti fanno risalire la fondazione della città alla seconda metà del IX secolo per volere del generale bizantino Niceforo Foca (il vecchio). La scelta del luogo sarebbe legata alla necessità di sfuggire alle continue incursioni saracene. Il passaggio da fortezza a centro urbano vero e proprio avvenne ad opera del generale Flagizio, che avviò la costruzione di una cittadella. A questo periodo risale l’introduzione dell’arte della lavorazione della seta, attività che si sviluppò in tutta la Calabria e nella quale Catanzaro raggiunse livelli d’eccellenza. Secondo alcune ipotesi, il nome attuale della città deriverebbe proprio dal termine greco Katartarioi, ovvero filatori di seta.

Agli inizi del X secolo, per circa un trentennio, la città bizantina fu occupata dai saraceni, che vi fondarono un emirato. La presenza degli arabi è testimoniata dal ritrovamento, nell’ottocento, di una necropoli che restituì oggetti con iscrizioni arabe.La parentesi araba ebbe fine intorno al 1000 e Catanzaro tornò sotto il dominio dei bizantini. Ma nel 1069 la città fu assediata dai Normanni di Roberto il Guiscardo e divenne feudo della famiglia Altavilla. In quest’epoca, di cui sono testimonianza ancora oggi i resti dell’imponente castello, si ebbe una grande fioritura delle arti e dei mestieri. In particolare l’arte della seta conobbe un grosso slancio con scambi commerciali sia con le altre regioni d’Italia, che con i paesi orientali ed europei.

Per farne un centro di dominio, i Normanni l'elessero a Contea, conferendola a Ugone Falluc e alla sua discendenza. A partire dalla metà del XIII secolo, durante il periodo svevo, la città divenne feudo della famiglia Ruffo e tale rimase (nonostante alterne vicende) fino alla metà del 1400, quando Alfonso I ne fece di nuovo una città demaniale. La decisione del sovrano, fu legata alle vicende che in precedenza videro protagonista Antonio Centelles, temibile tiranno che ribellatosi al re, sposò la bella contessina Enrichetta Ruffo e fomentò il popolo catanzarese al punto da scatenare una guerra nella quale, alla fine, furono trucidati i suoi partigiani e fu diroccata parte del castello, simbolo del suo potere tirannico.

Tornata la pace, forte della sua demanialità e dei privilegi che le furono concessi, Catanzaro conobbe un grande sviluppo della sua industria serica. In questo periodo, la città divenne centro manifatturiero d’eccellenza e i suoi tessuti serici furono rinomati in tutta Europa per la loro straordinaria qualità e pregevolezza.

Ma la serenità stava per terminare e all’orizzonte compariva la minaccia dell’occupazione francese, alla quale la città seppe resistere eroicamente. Nel 1528, dopo un lungo assedio, i catanzaresi scacciarono i francesi, rimanendo fedeli alla corona spagnola. Per questo, Carlo V concesse alla città il titolo di "Fedelissima" e l'autorizzazione a fregiare il proprio stemma con l'aquila imperiale.

La sua importanza dal punto di vista economico e militare, valse a Catanzaro la nomina di capoluogo della provincia “Calabria Ulteriore”, ruolo che detenne per oltre 220 anni fino al 1816, anno in cui avvenne la divisione amministrativa del territorio provinciale.

Il rilievo in ambito regionale della “città dei tre colli” venne confermato nel 1970, anno in cui venne nominata capoluogo della regione Calabria.

di Angela Rubino | 31 marzo 2016

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