Girifalco

Visita insieme a noi Girifalco, con i misteri di una storia ancora da scoprire, a partire dall'etimologia del nome di questo territorio, che è legata probabilmente alla presenza di rapaci in zona.

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Girifalco, il cui nome, suggestivo e curioso, spinge ad indagare le radici della sua storia antica, è un affascinante borgo di montagna della Calabria Ionica, situato al centro dell’Istmo di Catanzaro, il punto più stretto della penisola italiana, ai piedi di Monte Covello (848 m s.l.m.). Il borgo, nel cui territorio nasce anche il torrente Alessi, dista 32 km dal capoluogo e sorge ad un’altezza di 456 m s.l.m.

La storia di questa cittadina è ancora avvolta dal mistero per la scarsità di documenti scritti. Circa la sua fondazione, le poche fonti raccontano che essa nacque in seguito alla distruzione, da parte dei saraceni, dei due antichi villaggi Toco e Caria, nell’836. Gli abitanti dei due paesini, per sfuggire alla furia dei mori, si rifugiarono sulla rupe chiamata “Pietra dei monaci”. Girifalco divenne Comune solo in epoca recente, durante il cosiddetto “decennio francese”, quindi tra il 1806 e il 1815, quando i napoleonici dominarono il Regno di Napoli.

Il mistero aleggia anche intorno all’etimologia del nome di questo territorio, che è legata probabilmente alla presenza di rapaci in zona. La leggenda racconta che il nome “Girifalco” è dovuto al volteggiare di un falco nei cieli intorno all’abitato. Entrando nel campo degli studi linguistici veri e propri, la ricerca etimologica può aprirsi a nuove prospettive se si considera che la parola hierax in greco significa falco. Tommaseo, nel “Dizionario della Lingua Italiana”, ipotizza infatti che il nome della cittadina in questione potrebbe essere la ripetizione dello stesso termine in due lingue diverse: hierax e falco, proprio come nel caso di Linguaglossa, il grosso centro dell'entroterra catanese. Ma anche questa è solo un’ipotesi. Il mistero continua.

Se le fonti scritte scarseggiano, i monumenti presenti nella cittadina, con il grande fascino dei loro tratti, raccontano storie lontane. Tra le chiese, quella di San Rocco, risale al XV secolo ed è dedicata al patrono della cittadina. Al suo interno, essa custodisce varie opere di grande pregio tra cui l' altare di San Michele con candelieri in ottone, la statua del santo a cui è dedicata, realizzata in legno massiccio e risalente al XVI secolo e l'ostensorio barocco. Segnaliamo anche la Chiesa Matrice o di Santa Maria delle Nevi, ricostruita dopo il sisma del 1783. Prima di essere distrutta dal funesto evento sismico, la cattedrale sorgeva più a sud, mentre poi si scelse di edificarla in una posizione più centrale, sulle rovine della cappella del convento dei Domenicani, le cui rovine sono ancora visibili alla destra della Chiesa.

Tra le architetture civili di interesse artistico e monumentale vi è la Casa Municipale, posta in piazza Vittorio Emanuele, che risale al diciassettesimo secolo. Sulla facciata aleggia lo stemma della nobile famiglia Caracciolo ed oggi l’edificio ospita anche la biblioteca comunale. Tra i palazzi nobiliari che contribuiscono ad impreziosire le vie della cittadina, segnaliamo Palazzo Ducale, in piazza Vittorio Emanuele e Palazzo Ciriaco. Avvolto da un fascino un po’ tenebroso è il Complesso Monumentale, Ospedale psichiatrico, che un tempo ospitava il manicomio provinciale, istituito nel 1881. Una struttura che risale al XVII secolo e un tempo era adibita a monastero dei Frati Minori.

Un altro luogo leggendario e misterioso è la fontana Carlo Pacino, situata in piazza Vittorio Emanuele, davanti alla chiesa di San Rocco. Realizzata in stile barocco dai Maestri scalpellini locali, essa è stata definita la “fontana del diavolo”. Secondo la leggenda, essa fu edificata in così breve tempo che gli abitanti del luogo attribuirono la sua creazione al Demonio. Inoltre con la sua bellezza e la sua posizione, che pare voltare le spalle alla chiesa, essa sembra sfidare l’Altissimo. Un’altra fontana monumentale degna di nota è La Cannaletta, caratterizzata dalla presenza di sei “bocche” per la fuoriuscita dell’acqua e dalla scritta: "salus publica suprema lex esto".

La storia antica di questi luoghi è raccontata anche dai siti archeologici presenti in zona. Quello di località San Vincenzo parla di un tempo lontano, il VII secolo, quando quest’area era abitata da genti ebraiche, che scelsero quel punto per edificarvi il loro cimitero. In località Battandieri troviamo poi i resti di un antico acquedotto. Altri monumenti d’interesse, legati alla storia più recente, sono quello dedicato ai Caduti, che sorge in piazza Umberto I, quello ai Caduti di Monte Covello, memore del funesto episodio che, il 31 ottobre 1977, vide perire alcuni carabinieri, mentre con un elicottero sorvolavano l’entroterra calabrese. Poi c’è la statua del duca Fabrizio Caracciolo posta di fronte al Municipio.

Un cenno infine alle bellezze naturalistiche e paesaggistiche di questo territorio. Come abbiamo visto, Girifalco sorge ai piedi di Monte Covello, che è un sottogruppo montuoso del Monte Serralta, noto per l’abbondante vegetazione dei boschi e per la grande varietà della sua fauna. Inoltre, riveste grande importanza la qualità delle sue acque oligominerali.

Gli eventi tradizionali ruotano intorno alle ricorrenze religiose. Ecco le date delle principali ricorrenze: dal 15 al 24 agosto si celebra la festa di San Rocco. Sempre nel periodo estivo, la prima domenica di agosto, si festeggia la Madonnina di Monte Covello. I festeggiamenti in onore della Madonna del Rosario si svolgono la prima domenica di ottobre e quelli per l’Addolorata il 15 settembre.

Poi ci sono “A Confrunta”, che ricorre a Pasqua e “L’Azata” alla vigilia delle ceneri. Infine, il 19 marzo si celebra la festa di San Giuseppe. Tutte queste ricorrenze religiose vengono celebrate mediante le tradizionali processioni in cui la statua del Santo viene portata a spalla per le vie del paese. A Pasqua invece si mette in scena l’incontro tra Gesù risorto e la Madonna, donando a questo momento una particolare enfasi.

di Angela Rubino | 21 novembre 2016

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