Cortale

Visita insieme a noi Cortale, un’altra piccola perla della fascia ionica calabrese incastonata sulle colline dell’istmo di Marcellinara, il punto più stretto d’Italia, dove lo Ionio e il Tirreno sembrano toccarsi.

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Incastonata sulle colline dell’istmo di Marcellinara, il punto più stretto d’Italia, dove lo Ionio e il Tirreno sembrano toccarsi, c’è un’altra piccola perla della fascia ionica calabrese. Si tratta di Cortale, piccolo paese del territorio lametino, situato proprio al centro di un istmo lungo solo 30 km.

La storia millenaria di questo luogo ha inizio a partire dalla fondazione di un monastero basiliano, nel lontano 1070, quando intorno al convento dedicato a S. Michele e ai SS. Anargiri Cosma e Damiano, si creò un insediamento e i monaci contribuirono a diffondervi i principi del progresso civile e sociale, senza tralasciare l’importanza della preghiera.

Cortale fu uno dei casali del feudo di Maida e come quest’ultimo, fu soggetto alla dominazione di varie casate: i San Licet furono i primi e governarono dal 1272 al 1331, a loro successero altre casate, fino a giungere ai Ruffo di San Lucido, ultimi signori a possedere il feudo di Maida dal 1795 fino al 1806, anno in cui, in seguito ad un provvedimento di Napoleone, fu abolita la feudalità. Quando nel 1861 vennero istituiti i comuni, Cortale ottenne il ruolo di capoluogo dell’area che comprendeva i centri di Jacurso, Vena di Maida e Caraffa.

Il volto del paesino mutò in modo considerevole a partire dal 1783, anno funesto che vide abbattersi sulla Calabria un terribile sisma. Oltre a causare la morte centinaia di persone, il terremoto distrusse la parte antica di Cortale e i superstiti, in seguito si trasferirono nella zona più a nord: Cortale Superiore. Qui furono edificate nuove abitazioni, grazie alla concessione gratuita dei terreni da parte delle famiglie Cefaly e Venuti.

Il nome dei Cefaly è legato ad un’altra pregevole pagina di storia del piccolo centro di Cortale, una storia intrisa di arte e cultura che vide protagonista il pittore Andrea Cefaly (senior). Nel 1862 egli istituì una scuola di pittura, l’Istituto Artistico Letterario, che ebbe il merito di diffondere nel piccolo centro calabro un gran fermento artistico e culturale. Accanto alla scuola di Cefaly, nel 1863 nacque anche la Società degli Artieri, la quale ebbe come presidente onorario Giuseppe Garibaldi, al fianco del quale Cefaly aveva combattuto nel 1860.

Oggi Cortale mostra le tracce del suo passato millenario attraverso le caratteristiche del suo tessuto urbano. Il suo centro storico è uno dei più antichi dell’intera regione ed è identificabile con il rione che oggi prende il nome di “Timpa” o “Timpone”. Nella zona più pianeggiante si trova il rione “Basserughe”, mentre quello denominato “Donnafiori”, costruito dopo la Seconda Guerra Mondiale, si trova nella parte superiore. Infine ci sono il quartiere “M’palopiti”, il cui nome indica le campagne adiacenti il centro del paese e il rione popolare ad ovest di Donnafiori.

Tra le chiese occorre citare la Chiesa Matrice, dedicata alla Madonna dell’Assunta, edificata nel 1799 in stile barocco e situata lungo la via Cesare Battisti. Al suo interno si trovano stucchi ed affreschi di squisita fattura, opera del celebre Andrea Cefaly (senior). Anche la seicentesca chiesa di San Giovanni, dedicata al Santo Patrono, è degna di nota. Anche all’interno di questo santuario possiamo ammirare alcuni preziosi dipinti del Cefaly, assieme ai quali è custodita una croce bizantina in pietra risalente al 1100 / 1200, che sarebbe stata rinvenuta da alcuni contadini. Lungo la scalinata Sant’Anna un tempo sorgeva l’omonima chiesa, costruita nel 1600 e distrutta dal terremoto del 1783. Del santuario oggi rimangono solo alcune rovine, che in parte ne mostrano le antiche fattezze.

Tra i monumenti più interessanti sono senza dubbio degne di nota le fontane situate nel cuore del centro storico: quella denominata I Cinque Canali è la più antica ed è stata edificata nel 1500, mentre quella dei Tre Canali risale al 1903. Tra i palazzi storici si distinguono il Palazzo Gatto, risalente al 1635 e il Palazzo Ruffo edificato, anch’esso, nel XVII secolo.

Cortale era in passato uno dei principali centri di produzione di seta grezza, grazie alla coltivazione del gelso e all’allevamento del baco, pratiche diffuse in tutto l’hinterland catanzarese, che alimentavano l’industria serica del capoluogo calabro, fiore all’occhiello di una lavorazione che raggiunse livelli d’eccellenza affermandosi in tutta Europa. L’economia del piccolo centro si basava anche sull’agricoltura: la coltivazione dell’ulivo e della vite continua ancora oggi insieme a quella dei cereali. Particolarmente importante è la produzione dei fagioli, per cui è i corso il procedimento di riconoscimento del prodotto come De.C.O. (Denominazione Comunale di Origine).

Molto affermate in passato erano la pastorizia e l’artigianato del legno, che oggi vengono praticate ancora, ma con minore intensità rispetto al passato.

di Angela Rubino | 17 ottobre 2018

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