La lavorazione della ceramica a Squillace

Dalla generosità della millenaria terra di Calabria, un’altre espressione di alto artigianato: la ceramica di Squillace

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La Calabria è da sempre una terra generosa, sia in termini di doni della natura, che per quanto riguarda l’espressione artistica e artigianale.Tra le diverse forme di artigianato calabrese, potremmo dire che la ceramica è la più importante, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.

Varie sono le forme e le colorazioni dei manufatti e dalla loro analisi è possibile risalire alla zona in cui essi sono stati prodotti. Mentre i “pezzi” di Seminara presentano una certa varietà cromatica, la ceramica prodotta nella fascia ionica è generalmente grezza e solo raramente si tinge di blu o rosso, in perfetta sintonia con i canoni artistici locresi. Differenze che trovano una spiegazione non solo nell’ambito storico, ma anche nelle caratteristiche del territorio e più in particolare nella varietà delle sue componenti minerali e vegetali, da cui sono generate le colorazioni. Mentre la costa tirrenica presenta, infatti, una certa eterogeneità dal punto di vista geologico; le argillose e terziarie fasce collinari del versante ionico sono piuttosto uniformi.

Un’arte quella di modellare l’argilla che, a Squillace, affonda le sue radici nella civiltà dell’antica colonia greca Skilletion, fondata nel VII secolo a.C. da quei greci che introdussero l’arte dei ceramisti di Samo. Da allora l’arte della ceramica progredì durante il periodo romano della colonia che si chiamò Scolacium, con la creazione di utensili di uso quotidiano e nel corso dei secoli assumendo via via le caratteristiche frutto di contaminazioni nate dalle varie dominazioni, come i simbolismi di forme spiraloidi e concentriche di chiara ispirazione araba che troviamo sulle tipiche “vozze” e sui cosiddetti “ogliaturi”, caratterizzati da una difforme colorazione in avorio chiaro. Fin dai tempi più remoti, i Maestri Figuli di Squillace furono conosciuti ed apprezzati in tutta la Calabria per le loro caratteristiche produzioni in ceramica graffita di colore rosso scuro che erano moto pregiate e molto richieste nei centri più importanti di tutta la regione, come Catanzaro, che considerò Squillace come proprio centro di produzione della ceramica ingobbiata e graffita. Le richieste giungevano anche dalle Corti europee, con committenze di grande rilievo come quella di Alfonso d’ Aragona, per il quale, nel XV secolo, venne realizzata un’anfora con inciso il suo ritratto e lo stemma dell’aquila reale della Casa d’Aragona.

Tra i maestri ceramisti di Squillace si distinguevano i “fajenzari”, dediti alla produzione delle “faenze”, ossia le maioliche, delle terrecotte coperte con smalto stannifero e i “pignatari”, che producevano vasellame di uso più povero, caratterizzato dall’uso delle tecnica dell’ingobbio. Proprio quest’ultima è una delle più importanti caratteristiche dell’arte della ceramica squillacese e consiste nel rivestire il manufatto di un velo di argilla caolinite (di colore bianco), che viene poi decorato a graffio con una punta acuminata. L’argilla, così messa a nudo, in prima cottura assume un colore rosso scuro in contrasto con l’ornato ingobbiato biancastro. Ancora oggi, nel borgo di Squillace, troviamo un gran numero di botteghe che sfoggiano una ricca varietà di manufatti prodotti nei propri laboratori, frutto di una millenaria tradizione che si è tramandata di generazione in generazione.

di Angela Rubino | 07 aprile 2021